Nel mondo scout, esistono diversi modi di svolgere il servizio a partire dai più piccoli (lupetti/coccinelle) con la B.A, una “buona azione” da compiere a favore di qualcuno. A salire con l’età i servizi di capo squadriglia e poi di aiuto capo. Queste sono tutte tappe che dovrebbero portare alla formazione di ragazze e ragazzi fino alla partenza, l’ultima tappa del cammino scout. Il cammino verso la partenza porta la persona alla consapevolezza delle sue capacità e dell’aiuto che può dare alla comunità, non necessariamente solo nel mondo scout.
Il servizio è, quindi, mettere a disposizione degli altri i propri talenti, il proprio impegno, la buona volontà, la perseveranza, il proprio tempo e la propria gioia a disposizione. Questo gratuitamente e non per cercare la riconoscenza da altri o dalle persone a cui prestiamo servizio.
Il capo è colui che, dopo la partenza, decide di dedicarsi alla formazione degli altri scout, in cammino verso la partenza, in una specifica unità. In questo servizio è necessaria una buona conoscenza del metodo, acquisita nei vari anni e con specifici campi di formazione; ma soprattutto la volontà di dedicarsi ai ragazzi. Un buon capo non viene valutato sulla quantità di cose che sa fare e che conosce, ma più semplicemente per quello che è. In questo sta, secondo me, il ruolo di capo, estremamente semplice nella teoria ma, a volte, un po’ meno nella pratica. Di aiuto per un capo ci sono: la consapevolezza di non essere perfetti e di sbagliare e i ragazzi che ci vengo affidati che molto spesso, riescono a darci molto più di quanto noi possiamo dare loro.
Il servizio di capo necessita di una costante formazione che viene svolta su più livelli a partire dal gruppo, dove periodicamente in apposite riunioni ci si trova per trattare tematiche utili al nostro incarico, si espongono e si cercano soluzioni alle problematiche sorte nelle unità avvalendosi dell’aiuto degli altri capi e talvolta di quelli più “anziani”. Ogni anno, inoltre, si svolgono dei campi appositi chiamati “campi scuola” in cui, capi da tutta Italia si incontrano e vivono una settimana in pieno stile scout in cui imparano dai capi, più anziani ed esperti, dell’associazione il metodo. Questi campi oltre per le conoscenze acquisite sono importanti per il confronto con altri capi e con altre realtà dello scoutismo. Dopo aver svolto e superato questi due campi, per completare l’iter viene richiesto la relazione di un piccolo elaborato, in cui viene messo in pratica ciò che è stato appreso; da presentare all’associazione che rilascerà il riconoscimento ufficiale di “capo”. La persona che avrà completato tale percorso è riconoscibile perché indossa un fazzolettone di colore blu con un giglio nel retro.
Domenica 10 c’è stata un’importante cerimonia per il nostro gruppo in quanto 3 capi hanno ricevuto il riconoscimento ufficiale di capo, tra cui dopo dieci anni anche ad una ragazza. Questo è molto importante perché ci sono molte persone preparate a svolgere questo incarico; perché possono essere d’esempio ad altri scout nel loro percorso ma soprattutto sta ad indicare il buon lavoro svolto dai capi predecessori.
Alessandro